Il misantropologo, come ama definirsi.
Probabilmenye perché, insieme all'associazione di cui è presidente "Antropolis", sbirciatene i contenuti, cuole che la paludata antropologia esca dalla torre d'avorio in cui si è collocata o la colloca il sentire comune.
Uscire dall'arrocco vuol dire saper trasmettere concetti articolati, talvolta complicati, più spesso stratificati, con un linguaggio diretto e comprensibile. L'antropologia infatti può fornire strumenti e metodi raffinati per approcciare la complessità del mondo contemporaneo e offrire uno sguardo disincantato su cultura e società.
Iscriversi al liceo classico: la sua prima ribellione. E il primo amore: la lingua greca e quel Mediterraneo in cui inizia a vagabondare con la scusa di imparare l'arabo, altra pazzia. Lì respira poesia e leggerezza, scopre Gramsci e Chahine che le svela la produzione artistica e culturale come lente per capire e anticipare la politica.
Scrive, legge, traduce, insegna e impara. Impara sempre. In questo momento è appassionata di sudoku, rhum e jazz.
Avere 40 anni. Luciano invece ha costruito, galileanamente parlando, un telescopio fatto di 40, e più, ingrandimenti. Un telescopio puntato sul mondo del turismo in Italia. Che è mutato, anzi è rivoluzionato, diventando ben altro dalla "spiaggia e pattino" degli anni Sessanta.
Anche l'associazione di cui è presedinte si è trasformata. L'AIRA - Associazione Italiana Ricettività e Accoglienza con il 2021 si presenta sotto la nuova veste di un'associazione che vuole invitare chi turismo fa a farlo con la cura che esso merita essendo uno dei canali in cui l'Italia esprime il meglio di sé. Sempre.
Non sono nato a Barcellona, Berlino o Shangai, ma mi sarebbe piaciuto molto. Non ho studiato filosofia, né imparato a suonare uno strumento e questo mi spiace. Parlo un itagnolo fluente.
Ho lavorato in una multinazionale ma per pochissimo tempo. Giusto il tempo di capire che la libertà di inventare un lavoro non aveva prezzo. Da anni conduco la vita randagia di chi ogni giorno deve trovare un nuovo percorso, un'altra strada.
Dopo essere stato un formatore associativo mi son trovato a partecipare a un bando del Comune di Milano chiamato "La Scuola dei Quartieri", un programma che vuole spingere le periferie fuori dal recinto in cui i pregiudizi e scarsa informazione le rinchiudono. Ci sto provando insieme ad altri avventurosi compagni di viaggio, a declinare come cittadini, esploratori, turisti del futuro affinché possano incontrare volti nuovi e diversi delle città e scambiarsi intenzioni.
Telegram, tik tok, instagram, facebook, twitter, e poi snapchat, pinterest, whatsapp. Jungle. Ci vuole qualcuno in grado di sapersi muovere nella giungla. La nostra Jane. Ma questa Sabrina/Jane non è la deuteragonista a fianco del Tarzan di turno, l'aiutante dell'eroe.
È la signora incontrastabile di questo vasto impero che si dipana sotto le nostre dita, fatto di segnali elettro-fanto-magnetici, incomprensibili ai più, ma ottimi compagni di viaggio quando si sanno rendere amici.
Abbiamo deciso di affiancare ad ogni donna del nostro gruppo una eroina dimenticata della storia mondiale. Per gettare un altro dei tanti ponti che vogliamo costruire con questo progetto. Recuperare la memoria di donne che sembrano lontane dalla nostra storia e sono invece attualissime e presenti. Rosario diventa la nostra pilota della moda. Fermarsi mai. Come l’ha definita sua nipote: una donna che lavora studia insegna. È cresciuta come sarta nel suo paese di origine. Per tanti anni si è misurata con un prodotto molto particolare e delicato: il vestito da cerimonia della “quinceañera “; arrivata in Italia, ha aspettato, poi spinta da amici, dalla comunità e dal proprio Consolato è ritornata a creare abiti pur continuando a lavorare, come tutte le donne arrivate qui in Italia, in attività lontane dalla propria esperienza e dalle proprie capacità. Ha potuto mostrare la sua abilità di stilista dapprima durante l’EXPO, poi infine…..
Come Hemelinda Urvina non poteva fermarsi qui, e ha deciso di unire alla propria tradizione lo sguardo e la tecnica italiani che hanno reso il nostro paese simbolo della moda e dello stile. Per cui presso l’’Istituto di Moda Burgo” di Milano nel 2020 ha conseguito i’attestato per la “Modellistica Costumi Teatrali”.. Parafrasando la scuola Sperimenta la tua strada verso il sapere, Trasforma il tuo talento in un costante cammino. Cosi, nel frattempo ha fondato “ADA-Associazione Donna e Arte”.
Ha partecipato in varie associazioni, con una di queste è salita sul palco nei panni della “Libertadora” Manuela Sáenz nel progetto “Heroinas de mi tierra”. E’ appassionata di fotografia e della tradizione culinaria ecuadoriana. Leslie studia per diventare mediatrice culturale. È già una “ambasciatrice migrante” titolo che si è conquistata frequentando il percorso dell’associazione Baobab dedicato a giovani di origine straniera che volessero diventare i portavoce della nostra città, per farla conoscere ai propri conterranei, residenti a Milano o in Ecuador, e a sua volta, far conoscere agli indigeni metropolitani ricchezze e tradizioni del proprio Paese.
In CAT porta la creatività di “ADA-Associazione Donna e Arte” una associazione che vuole rafforzare la coscienza e la consapevolezza delle donne, attraverso l’arte. Con CAT vuole invitare le persone a far conoscere e a conoscere i tesori nascosti di un quartiere ma anche crearne di nuovi. Leslie potrà fotografare il nuovo che preme alle porte di Milano e invitare altri a usare una macchina fotografica come strumento di liberazione (delle idee – almeno).